Hai avuto un esame di screening positivo? Ecco cosa significa davvero e cosa fare subito

Quando si riceve un risultato positivo a un esame di screening, l’impatto emotivo può essere intenso, ma è essenziale comprendere che questo non equivale automaticamente a una diagnosi di malattia. Gli screening sono strumenti di prevenzione che permettono di identificare precocemente possibili anomalie o rischi, ma necessitano sempre di una conferma tramite esami di approfondimento per accertare l’effettiva presenza di una patologia. Un risultato positivo indica infatti una maggiore probabilità di riscontrare una condizione preoccupante, ma nella maggior parte dei casi si tratta solo di un primo segnale all’interno di un percorso diagnostico ben definito.

Cosa significa davvero un esame di screening positivo

Un test di screening positivo, come il Pap test per il collo dell’utero, l’HPV test o il test per la presenza di sangue occulto nelle feci, segnala la possibile presenza di anomalie cellulari o indicatori di rischio che richiedono ulteriori approfondimenti. È importante precisare che ciò non significa necessariamente avere una malattia come il tumore, ma rappresenta un campanello d’allarme che deve essere analizzato con attenzione da specialisti competenti. Il risultato positivo può derivare da diversi fattori:

  • Anomalie cellulari: nel caso del Pap test, possono emergere alterazioni nelle cellule della cervice uterina che potrebbero indicare uno stato precanceroso oppure forme benigne, come semplici infiammazioni.
  • Presenza di virus: la positività all’HPV segnala solo la presenza del virus, ma nella maggioranza dei casi il sistema immunitario riesce a eliminarlo senza conseguenze.
  • Segnali di infezione: esiti alterati possono anche essere dovuti a infezioni da batteri, funghi o altri microrganismi e non a tumori.
  • Falsi positivi: errori di laboratorio, lettura errata del campione o particolari condizioni temporanee possono causare risultati che successivamente non trovano conferma con esami più approfonditi.
  • I programmi di screening sono studiati per massimizzare la diagnosi precoce e ridurre il rischio di sviluppare patologie gravi, ma inevitabilmente una quota di risultati positivi non equivale a diagnosi certa di malattia. Il percorso di screening prevede quindi una serie di passaggi successivi per confermare o escludere un quadro patologico reale.

    Cosa fare subito dopo un esame di screening positivo

    Dopo aver ricevuto un risultato positivo, il primo passo fondamentale è mantenere la calma e seguire scrupolosamente le indicazioni ricevute dal centro di screening o dal medico curante. Tipicamente, la persona sarà contattata dallo staff del programma di screening per essere guidata nei successivi approfondimenti necessari.

    Ecco le azioni da intraprendere:

  • Attendere il contatto degli specialisti: di solito si viene chiamati direttamente dal centro di screening per fissare un appuntamento di approfondimento (ad esempio una colposcopia dopo un Pap test positivo o una colonscopia dopo un test delle feci positivo).
  • Non saltare gli approfondimenti: partecipare agli esami consigliati permette di chiarire la natura dell’anomalia e, laddove necessario, di intervenire tempestivamente, migliorando le probabilità di guarigione.
  • Chiedere spiegazioni dettagliate all’équipe sanitaria: non esitare a porre domande sui tempi, sulle tipologie di indagini previste e sul significato dell’esito ricevuto.
  • Seguire eventuali terapie prescritte: nei casi in cui vengano riscontrate infezioni o infiammazioni, il trattamento specifico ridurrà il rischio che il problema evolva.
  • Ripetere l’esame a distanza di tempo: alcune situazioni richiedono solo una nuova verifica dopo un certo periodo (ad esempio, se il virus HPV è presente ma senza alterazioni cellulari, può essere sufficiente ripetere il test dopo 12 mesi).
  • In nessun caso bisogna iniziare terapie autonome o rivolgersi a fonti non affidabili; solo i professionisti del settore sanitario possono fornire indicazioni corrette e aggiornate sulla gestione di un risultato positivo.

    Perché non allarmarsi inutilmente: la natura degli screening e i passi successivi

    È comune provare paura o ansia di fronte a un esito positivo, ma è utile ricordare alcuni aspetti chiave. Gli screening sono pensati per essere sistemi di allerta precoce: servono a individuare anche il minimo rischio affinché possa essere escluso tempestivamente o trattato prima che diventi serio. Spesso, la maggioranza dei test positivi si risolve senza necessità di interventi invasivi, soprattutto quando le anomalie sono lievi o reversibili.

    Gli step successivi dopo un risultato positivo possono includere:

  • Colposcopia (per screening cervicale): permette di esaminare in maniera approfondita il collo dell’utero e, se necessario, eseguire una biopsia di tessuto per analisi istologica dettagliata.
  • Colonscopia (per sangue occulto nelle feci): consente di visualizzare direttamente la mucosa del colon e individuare la presenza di polipi o altre lesioni. Solo una percentuale ridotta dei test positivi indica davvero la presenza di tumore.
  • Test molecolari e citologici aggiuntivi: approfondiscono la ricerca di specifici marcatori di infezione o mutazione, per valutare la reale necessità di terapie.
  • Un altro tema fondamentale riguarda la gestione del rischio di sovradiagnosi e sovratrattamento. I programmi di screening, nel loro intento di prevenzione massiva, a volte portano a trattare condizioni che forse non si sarebbero mai sviluppate in modo pericoloso. Tuttavia, ad oggi non è possibile stabilire con assoluta certezza quali anomalie evolveranno e quali no; per questo si preferisce agire con la massima cautela.

    Il ruolo cruciale della prevenzione e dell’informazione

    Affrontare un esame di screening positivo rappresenta l’inizio di un percorso di consapevolezza sulla propria salute, e non una sentenza definitiva. I programmi di prevenzione, raccomandati dalla comunità scientifica internazionale, hanno drasticamente ridotto la mortalità per molte forme tumorali grazie alla diagnosi precoce e alla possibilità di intervenire quando le terapie sono più efficaci.

    Risulta fondamentale:

  • Partecipare periodicamente agli screening previsti per età e sesso, anche in assenza di sintomi, per garantire la protezione massima dalla progressione silente delle patologie più temute.
  • Affidarsi solo a fonti sanitarie certificate per interpretare i risultati e guidare le decisioni successive.
  • Mantenere uno stile di vita sano per abbattere il rischio di sviluppare condizioni patologiche: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, astensione da fumo e alcol ne sono i pilastri.
  • Un’informazione puntuale, precisa e aggiornata aiuta a ridurre lo stress e permette di affrontare con maggiore serenità tutti i passaggi successivi a un risultato positivo di screening. Ricordare che i falsi positivi fanno parte del sistema di protezione, e che l’obiettivo ultimo non è spaventare ma salvare vite grazie alla tecnologia e al continuo aggiornamento delle pratiche sanitarie, è uno dei messaggi più importanti da condividere.

    In conclusione, un esame di screening positivo è solo il punto di partenza di un percorso clinico strutturato per preservare la tua salute: agire tempestivamente, informarsi e seguire i consigli degli specialisti sono i passi più efficaci per affrontare la situazione e ritrovare la serenità, qualunque sia poi l’esito degli accertamenti successivi.

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