Il reflusso gastroesofageo notturno è una condizione patologica molto diffusa che colpisce in particolare durante le ore serali e notturne, causando diversi disturbi legati sia all’apparato digerente che a quello respiratorio. In Italia, questa problematica interessa circa un terzo della popolazione adulta ed è caratterizzata dalla risalita del contenuto acido dello stomaco nell’esofago, aggravata dalla posizione sdraiata e dalla diminuzione della gravità durante il riposo. I sintomi possono essere estremamente fastidiosi e compromettere la qualità del sonno e della vita quotidiana di chi ne soffre.
Manifestazioni tipiche del reflusso notturno
La tosse secca e il bruciore di stomaco che si presentano durante la notte rappresentano tra i sintomi più comuni e riconoscibili del reflusso gastroesofageo. Spesso queste manifestazioni sono così intense da provocare risvegli improvvisi e difficoltà nel riaddormentarsi, con la sensazione di rigurgito acido alla base della gola o nella cavità orale.
Tuttavia, il quadro sintomatologico può essere molto vario e includere:
- Mal di gola ricorrente e raucedine mattutina dovuta all’infiammazione delle vie aeree superiori.
- Alterazione della voce, che può risultare più rauca o debole.
- Sensazione di globo faringeo, cioè la percezione di un corpo estraneo in gola.
- Tachicardia e ipersudorazione, disturbi che talvolta si manifestano nelle fasi più acute.
- Mal di orecchie o fastidi alla deglutizione, sintomi secondari dovuti alla diffusione dell’infiammazione.
- Incremento della produzione di saliva di tipo difensivo.
- Crisi di asma notturna quando i succhi gastrici risalgono fino alle vie respiratorie inferiori reflusso gastroesofageo.
Non di rado, chi soffre di reflusso gastrico notturno riferisce anche un dolore toracico, simile a quello di un infarto, specie nei casi più gravi. Le complicanze derivano soprattutto dalla permanenza prolungata dell’acido nell’esofago durante il sonno, quando la posizione supina elimina l’aiuto della gravità nello svuotamento gastrico .
Meccanismi e fattori di rischio del reflusso notturno
Di notte il reflusso acido si accentua perché il corpo è sdraiato e il muscolo sfintere esofageo inferiore può risultare più debole. In queste condizioni, l’acido gastrico risale più facilmente, irritando la mucosa esofagea e coinvolgendo le vie aeree. La maggiore frequenza e durata degli episodi notturni comporta danni potenzialmente più severi all’esofago rispetto agli episodi diurni .
La tosse indotta dal reflusso può svilupparsi attraverso due meccanismi:
- L’aspirazione di microparticelle acide che raggiungono la laringe o i bronchi, attivando il riflesso protettivo della tosse .
- La stimolazione di un riflesso esofagobronchiale, dovuta alla comune origine embriologica del tratto respiratorio e digerente .
In alcune persone, la presenza di tosse persistente durante la notte può essere l’unico segnale di reflusso, anche in assenza di sintomi tipici come bruciore di stomaco o rigurgito apicale. La tosse da reflusso costituisce un circolo vizioso, aggravando ulteriormente il disturbo: la tosse causa un aumento della pressione intra-addominale e promuove nuovi episodi di reflusso .
Tra i fattori di rischio più importanti si ritrovano:
- Sovrappeso e obesità, che aumentano la pressione addominale.
- Alimentazione ricca di grassi, cibi fritti, cioccolato, spezie e bevande gassate.
- Assunzione di alcool e fumo di sigaretta, che favoriscono la lassità del cardias.
- Condizioni di stress e vita sedentaria.
- Consumare pasti abbondanti prima di coricarsi.
Diagnosi e indagini cliniche
Spesso il reflusso gastroesofageo notturno viene sottovalutato o confuso con altre patologie respiratorie, come le infezioni virali o allergie. La diagnosi corretta è fondamentale per evitare complicazioni esofagee o polmonari. Il principale strumento diagnostico è la ph-metria delle 24 ore, un test che permette di monitorare il livello di acidità nell’esofago sia di giorno che di notte .
La diagnosi deve essere sempre effettuata da uno specialista in gastroenterologia o da un otorinolaringoiatra esperto in disturbi laringei. Altri esami possono includere:
- Gastroscopia per valutare lo stato della mucosa esofagea.
- Manometria esofagea per analizzare la funzionalità dello sfintere esofageo.
- Radiografie o TAC in casi di sospette complicanze respiratorie.
L’approccio multidisciplinare è essenziale, specialmente quando i sintomi coinvolgono sia la sfera digerente che quella respiratoria apparato digerente.
Prevenzione, rimedi e stili di vita
L’approccio terapeutico per il reflusso notturno si basa su un mix di modifiche alimentari/comportamentali e, se necessario, trattamenti farmacologici specifici come gli inibitori di pompa protonica (IPP). La regola principale è evitare di coricarsi subito dopo aver mangiato e privilegiare pasti leggeri soprattutto la sera. Si consiglia di cenare almeno 2-3 ore prima di andare a dormire, ridurre l’assunzione di cibi acidi, agrumi, pomodoro, menta, cacao, caffè, alcolici e bibite gassate.
Altri rimedi utili includono:
- Elevare il capo del letto di almeno 15-20 cm per ridurre il passaggio di acido nell’esofago durante il sonno.
- Evitare abiti stretti o cinture che esercitano pressione sull’addome.
- Svolgere regolarmente attività fisica per favorire la digestione.
- Perdere peso in caso di sovrappeso.
L’uso di farmaci deve essere sempre sotto controllo medico. Gli IPP riducono la secrezione acida, mentre gli antiacidi offrono sollievo immediato dai sintomi. In alcuni casi, il trattamento può includere procinetici che favoriscono lo svuotamento gastrico, o, nei casi più gravi, procedure chirurgiche come la fundoplicatio.
Il monitoraggio attento dei sintomi e l’intervento tempestivo con semplici cambiamenti negli stili di vita rappresentano il modo migliore per prevenire le complicanze associate al reflusso notturno. Riconoscere i segnali iniziali come tosse secca, bruciore intenso e disturbi del sonno è fondamentale per evitare danni alla mucosa esofagea e migliorare la qualità della vita.